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BonTon dell’Antifascista

25 aprile 2009


tuniche o camicie



BonTon dell’Antifascista

piccolo breviario di consigli per la buona educazione dell’antifascista

A cura di Tiresi@
http://tiresia.noblogs.org
email: tiresi@email.it

L’antifascista nei cortei

Un antifascista coi fiocchi, quand’è a un corteo, tiene
ben presente che non tutt@ sono cintura nera e settimo dan di jujitsu e
non mette in pericolo pacific* manifestanti facendol* trovare nel mezzo
di un campo di battaglia, perché un antifascista sa che è del fascista
la forza dei muscoli e dell’antifascista la forza delle idee. Un
antifascista coi fiocchi sa di certo che la lotta corpo a corpo è
plausibile, perché sono proprio i fascisti a cercarla e certamente non
porgerà l’altra guancia, l’antifascista sa resistere, ma sceglierà il
momento e il luogo giusto permettendo a chi sa essere antifascista
senza sentirsi un hooligan di manifestare il suo antifascismo. Il
risultato sarà sorprendente, si potrà manifestare sempre più numeros*
senza disperdere nessun* de* compagn* (a quello ci pensa la polizia).
Un antifascista coi fiocchi, quando intona i suoi cori alle
manifestazioni, è consapevole che è meglio riservare allo stadio i cori
da stadio (si chiamano così per quello) e cerca nel profondo della sua
fantasia il modo più creativo per gridare a gran voce le proprie idee
senza riciclare cori che proprio dai fascisti sono stati ideati… (si
consiglia di leggere con attenzione la parte sul linguaggio per capire
come). Un antifascista coi fiocchi non storce il naso o non guarda in
malo modo quegli enormi volatili che gli cornacchiano a fianco durante
un corteo, quando in realtà questi rapaci sono compagne e compagni ben
organizzati e creativi; sarebbe un buon passo verso l’attuazione di
pratiche antifaste, sorridere e felicitarsi per quell’estensione
disgraziata e graffiante delle compagne e dei compagni e magari
accennare o provare ad accennare un gracchio: questo sì che è un
comportamento antifascista. Quando viene organizzato un momento di
studio o di approfondimento sulla memoria, come quello sulla resistenza
a giurisprudenza sarebbe antifascista mischiare accuratamente gli
interventi e non lasciare quello delle “minoranze” (che minoranze non
sono) alla fine, ovvero quando tutti vanno via o quando il livello di
attenzione è bassissimo. Un buon antifascista chiede consiglio a chi è
esperto per le occasioni speciali, manifestazioni e feste, su cosa
indossare, magari avanzare la scelta di capi e colori più audaci,
chiede aiuto per il trucco per essere visibili, divertiti e
appassionati!

Salute e bellezza dell’antifascista


Amic@ antifa… Sei già bell@ dentro, lo sappiamo tutt*…
sei femminista, antirazzista, anticapitalista, antisessista… E per
tutto ciò sei già favolos@, è importantissimo dirlo. Ma non è
sufficiente… Non lasciare le/gli altr* essere bell* al tuo posto.

Ecco le tendenze del 25 aprile 2009:

La prima regola è che non ci sono regole. Divertiti,
sorridi, godi un po’… Ti giuro sullo style di Coco Chanel che ti
sentirai ancora più splendid@. La Moda? Ma chi se ne frega… La parola
di (dis)ordine è SII CREATIVA; facci sognare un po’, e non avere paura
di fare paura, il ridicolo non uccide. Prendersi sul serio è troppo
anni2000. Poi, non lo diremo mai abbastanza: devi prenderti cura di te
stesso. Devi essere solidale col tuo corpo, perché lui ti vuole bene…

Compagni@, il sesso sicuro è molto molto attuale.
Bisogna ripeterlo di nuovo? Il sesso sicuro è molto molto di tendenza.
Il sesso sicuro ti fa e ti farà bene… sempre. Non lo si può negare,
quindi non ascoltare MAI gli stronzi che ti dicono il contrario; non ne
sanno niente né della salute e della bellezza antifascista, né del
sesso.

Un’altra cosa che ci piace sempre è il movimento della
sinistra per una pelle sana: una doccia ogni tanto, un po’ di sport,
verdure per pranzo… Prova a non bere tutte le sere (lo so, è
difficile). Una volta all’anno, vai dal medico, due volte all’anno fai
un test HIV-epatite-sifilide (se hai dubbi, fallo immediatamente). E il
karma baby, il tuo corpo te lo restituirà.

Ma la bellezza antifascista non è soltanto una questione
estetica. È un fatto di respirazione, Darling, di attitudine… Devi
sapere che per essere chic c’è bisogno di molto rispetto. Per se stessi
e per le/gli altr*. Per esempio, non si chiede MAI il genere a una
persona. Se non riesci a scoprirlo, serba le tue domande per te, se non
vuoi sembrare completamente "has been"… E la stessa cosa vale per
l’identità sessuale, l’origine etnica… Credimi, non si fa. Ascolta un
po’ le/gli altr*, dimostra pazienza e simpatia, e resisti, sempre,
quando è necessario. Ecco la chiave della stagione per la bellezza in
una società antifascista.

L’antifascismo nel linguaggio

Un antifascista che si rispetti deve scegliere
accuratamente il linguaggio che adopera. Deve fare attenzione a
calibrare il registro sulle persone che ha di fronte: per i nemici sono
consigliati insulti, offese, ingiurie. La lingua italiana ne permette
un vasto uso, anche di regionalismi. Il problema che si deve porre
l’antifascista rispettoso e beneducato è se la parola che sta usando
sia o meno un insulto. Facciamo un esempio: "La ministra Gelmini è una
puttana". Puttana è un’operatrice del sesso, è colei che vende le sue
prestazioni sessuali per professione. In ciò l’antifascista rispettoso
non dovrebbe vedere un insulto, questa frase dovrebbe avere lo stesso
potere offensivo di, ad esempio, "La ministra Gelmini è una
fruttivendola" o "La ministra Gelmini è un’hostess". Quindi è
consigliato evitare tutta quella gamma di espressioni che usano una
professione come insulto. Un’altra cura che deve avere l’antifascista
consapevole è rendersi conto che le pratiche sessuali e gli
orientamenti non costituiscono un’offesa. Dire che "La ministra
Carfagna è una troia" perché si ritiene che abbia una vita sessuale
particolarmente attiva non è carino; il fatto che usi il suo corpo per
fare carriera è un altro discorso, è colpa del clientelismo
berlusconiano e non riguarda il bon ton dell’antifascista. La vita
sessuale dei nemici non ci deve interessare. Quindi fate attenzione a
non usare, come insulto, termini quali troia, baldracca, rottinculo,
piglianculo, succhiacazzi, ricchione e via dicendo.

Un’altra categoria da non usare come offesa è quella dei
diversamente alti (attenzione a come usate la parola nano): ci sono
compagn* che per un motivo o per un altro sono alti quanto Berlusconi o
ancora meno e meritano ugualmente rispetto ; essere in buona salute e
rivendicarlo con orgoglio non vuol dire essere antifascista.

Ultima chicca, car* antifascista: di tanto in tanto,
prova ad ammodernare quest’antica grammatica della lingua italiana: usa
con attenzione e garbo i generi. Non imporre il tuo maschile
dappertutto. Ad esempio, se sei uomo e attorno a te ci sono diverse
compagne, prova a dire: “Siamo belle e siamo incazzate”. Sperimenta la
lotta anche nella lingua.

Sappiamo che vi sentirete scomodi e imbrigliati dopo
aver letto questo breviario di buona educazione, questo è l’effetto
della raffinatezza. Ma sappiamo anche che con pochissima attenzione
diventerete degli ottimi antifascisti rispettosi, e saprete usare la
vostra infinita fantasia per trovare l’insulto del futuro. L’importante
è svincolarsi da quello sessista del passato. Questione di classe (e
della sua lotta).


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