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25 aprile: Siamo tutt* antifascist*

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Nelle ultime settimane a Napoli
abbiamo dovuto sopportare le continue provocazioni di sparuti nostalgici del
folklore da ventennio, ma non sono questi i fascisti che ci fanno paura,
piuttosto abbiamo visto nei mesi l’Italia scivolare sempre più a destra. Di
destra diventava l’intero arco parlamentare e di nero sempre più si tingeva
l’intero pensiero comune. Abbiamo visto partire una sfida a chi la sparava più
grossa contro le/i migranti, contro i rom, contro gay lesbiche e transessuali,
contro donne indecorose e chiunque fosse diverso e potenzialmente pericoloso. I
giornali e le televisioni non sono certo rimasti indietro in questa assurda
competizione dedicando gran parte della loro attenzione a raccontare i crimini
commessi da stranieri, dando vita ad una vera e propria etnicizzazione del
reato, piuttosto che provare a spiegare che quell’insostenibile senso
d’insicurezza che ogni italian@ ha, va sotto il nome di precarietà. A fare da
arbitro e a fornire la legittimazione culturale abbiamo il Vaticano con continue
dichiarazioni contro le donne, l’aborto, a favore della famiglia e l’ordine
naturale del padre, che i giovani camerati impongono come in cielo così in
terra con lame e catene.

Nei mesi si sono seguite le
leggi, le ordinanze e i pacchetti che limitavano gli scioperi e i cortei, che
dissolvevano i diritti, tagli ai servizi, provvedimenti persecutori contro i
migranti e le prostitute, senza contare gli sgomberi ai centri sociali di
sinistra. A tutto ciò fa il paio il tentativo di criminalizzare e reprimere uno
dei più grandi movimenti d’opposizione al Governo, l’Onda.

Contemporaneamente si sono
diffusi su tutto il territorio nazionale centri sociali e associazioni dei
camerati della Ministra Meloni, come Casa Pound e Blocco studentesco, che si
fregiano di far riferimento ad ideali dichiaratamente fascisti e che marciano e
si schermano all’interno delle facoltà. Molto presto rischiamo di vedere i
pestaggi sistematici promossi da “goliardate” a legge dello Stato; così le
ronde permetteranno la sicurezza dell’unica minoranza che esiste al mondo,
quella dei maschi, bianchi, eterosessuali e in buona salute.

 

Per rispondere a tutto ciò
occorre mettere in campo un strategia che non sia uguale-opposta. Ma radicale e
diversa, che parta da un’analisi del fascismo che non si fermi ai gruppi della
destra extraparlamentare, ma che lo individui in tutti i provvedimenti che
fanno un uso della differenza per discriminare; che permetta la partecipazione
e il protagonismo di tutti i soggetti che subiscono provvedimenti e ronde, come
i/le migranti, le donne, i gay, le lesbiche, i/le trans, di coloro che hanno
impedito che il fascismo dilagasse nei presidi di difesa del territorio e tutt@
coloro che ripudiano il machismo; che ricominci a produrre una propria cultura
e simbologia, magari partendo proprio dall’esperienza  situazionista dell’ Onda.

Posted in Generale.