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Di che sicurezza parlate?

 


Le donne migranti affidano le loro vite e i risparmi di una vita a lunghissimi viaggi, tra deserto e mare. Alcune di loro sono in possesso di un titolo di studio alto, molte di loro scappano dalla fame e dalla guerra, tutte loro si lasciano alle spalle gli affetti fiduciose di potersi costruire una nuova esistenza.
L’arrivo in Italia invece è tutt’altro. Alcune di loro sono private di documenti e sottoposte a tratta, oggetto di violenza di papponi e clienti, molte di loro lavorano nei campi, nelle fabbriche, nelle cooperative di pulizia e nelle case degli italiani per fare lavori che nessun italian@ farebbe a quelle condizioni e a quel prezzo, tutte loro sono sottoposte a leggi discriminanti in una società legittimata ad essere sempre più maschilista razzista e piena d’odio.

Il pacchetto sicurezza approvato dal governo Berlusconi, ma egregiamente preparato nel clima da una sinistra connivente con i più forti, ha introdotto tra le altre cose l’aggravante della clandestinità, che comporta una aumento della permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione (ex CPT); norma si deve dire un po’ bislacca in un paese dove non esistono canali d’accesso legali. Banalmente, il solo fatto di non avere la possibilità di accedere ai documenti priva le donne del diritto alla salute, alla casa e soprattutto di poter denunciare tutte le violenze subite.

Sulla stessa onda di criminalizzazione indiscriminata s’insinua la legge Carfagna, che reinventa il reato di esercizio della prostituzione, accusando di favoreggiamento anche chi cerca di dare ristoro alle donne e alle trans di tutti i colori, che vedono dopo questa legge le loro condizioni di vita e di lavoro sempre più precarie.  Per questo ci uniamo al coro di chi dice alla Ministra <<O TUTTE O NESSUNA!>>

Se l’imperativo categorico di tutte le agende delle forze politiche è quello di “pulire le strade”, noi ci chiediamo: chi pulirà le case di quel 70% di donne italiane violentate da padri/mariti/zii/fidanzati?
E dove sono i dati delle violenze sulle migranti? Non esistono. Perché se esser donna in Italia è un “gran bel problema” figurarsi quanto può valere essere una migrante.

Noi non abbiamo un problema con gli irregolari e siamo compagne nella lotta con le irregolari.
Il nostro problema è il modello assimilazionista che “espelle” chi non è pronto a “normalizzarsi”, che condanna ciò che non capisce, che vuole spacciare la nostra società patriarcale come più libera ed emancipata.
Il nostro problema è con quanti credono che un immigrat@ siano solo due braccia da sfruttare.
Chi era l’”uomo nero” il 19 settembre a Castelvolturno?
Chi era l’uomo nero “ a Pianura?
E a Torbellamonaca?a Parma? a Milano? E tutte le altre volte che neanche sono arrivati i giornali?

Riteniamo improponibile rispondere con la segregazione e la repressione alla richiesta di sicurezza sociale, di vite più dignitose e di lavoro che non uccida, o quanto meno che tutto questo non venga perpetrato in nostro nome, in nome della nostra sicurezza. Noi donne il nemico della nostra sicurezza l’abbiamo già individuato da tempo… e ha le chiavi di casa.

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