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Libertà di scelta e diritti negati

 


 


Chi oggi non solo si dice femminista ma agisce il femminismo come rivendicazione e pratica probabilmente lo fa non solo perché il femminismo è una lente per guardare tutto il resto, una chiave di lettura della società e dei rapporti di forza, ma perché si basa su rivendicazioni talmente tanto attuali che continua ad essere lo strumento che ci permette di sovvertire
Il femminismo non è un attitudine ma una necessità. E’ assolutamente necessario ad esempio trovarsi a parlare di questo all’indomani della vittoria della destra per capire ad esempio il ruolo del movimento femminista e lgbtq di fronte a quello che sarà sicuramente un clima di violenza. Poi vedremo su che livelli, ma è scontato che la destra ha in + quel condimento ideologico xenofobo, omofobo e violento che è pericoloso al di la dei provvedimenti che voterà ma per il clima che gli si crea attorno. E’ venuta meno quella falsa retorica democratica. Se ne sentono già tanti in questi giorni di episodi di violenza a danno delle immigrate perché questa gente adesso sente di avere dietro la forza di mille.

Non che a chi governa interessi + di tanto come le donne fanno i figli o come non li fanno. L’attacco alla 194, i divieti alla sperimentazione della RU 486 e la legge 40 rappresentano più che altro l’affermazione dei vecchi valori cattolici come strumento di controllo dei soggetti. Banalmente se io incomincio a controllare il tuo corpo e i tuoi desideri di fatto ti tengo in pugno. Poco importa se le donne per abortire lì dove non possono ricorrere alla 194 sono costrette a farlo con il cosiddetto "metodo nigeriano" ossia mediante somministrazioni massicce di prostaglandina. Questo principio è presente in molti medicinali per lo stomaco, le immigrate ad esempio assumono pacchi e pacchi di medicinale nella fase preliminare dell’aborto. Esiste un mercato nero per via degli stessi ginecologi. Inutile dire che basta alzarsi un attimo dal letto per vedere l’utero che ti cade giù e morire di emorragia. Questa è solo la prima parte dell’aborto perché successivamente il feto viene espulso con aghi e ferri vari e se non sei morta dissanguata muori per infezione. E’ quello che è successo una settimana fa ad una donna cinese trovata in un vano ascensore. Questo accadeva prima della 194, accade oggi alle donne immigrate e c’è il rischio che accada in futuro se non ci saranno soggetti resistenti.

Sta succedendo l’inverosimile. Un mese fa c’è stato un blitz al secondo policlinico, una donna napoletana viene interrogata dalla polizia ancora sul lettino accusata di feticidio a seguito di un interruzione terapeutica di gravidanza, criminalizzata come un’assassina. Sempre + frequenti sono anche i casi di rifiuto a prescrivere la pillola del giorno dopo o a rilasciarla su ricetta. Sulla pillola del giorno dopo non c’è obiezione di coscienza ma dalle inchieste in giro sui territori emerge che è sempre + difficile ottenerla velocemente. Abbiamo saputo di una ragazza che trovandosi in questa condizione è stata consigliata da un farmacista macellaio a prendere diverse scatole di un farmaco che in dosi massicce ha lo stesso effetto della pillola, ovviamente con conseguenze assurde sul corpo. Questi purtroppo non sono casi isolati ma servono a dare la misura del fatto che ci troviamo di fronte a pratiche generalizzate.

Il discorso del controllo sui corpi si lega perfettamente ad un ragionamento anche + complessivo sul controllo esercitato dalla famiglia e dalla chiesa sulle donne. In primo luogo perché noi siamo il nostro corpo. In secondo luogo perché la famiglia patriarcale è il primo strumento con il quale la società esercita oppressione e molto spesso violenza. Noi siamo un collettivo composto in maggior parte di studentesse universitarie per cui abbiamo presente molto chiaramente quanto la famiglia svolga quel ruolo di controllo sulle scelte ma quanto anche ti assegni un ruolo prestabilito, o meglio una serie di ruoli prestabiliti. Il ruolo della figlia e il ruolo della moglie non sono intesi tanto diversamente. In entrambi i casi c’è un ordine da rispettare ed in entrambi i casi sei subalterna. L’educazione che viene impartita sin da piccole è tutta incentrata sulla costruzione della donna che dovrai essere in futuro. Un figlia attenta che diventerà una moglie devota, pia e concentrata sulla cura dei suoi cari.
In occasione dell’8 marzo abbiamo costruito un’azione di comunicazione sui muri di Napoli con dei grandi stancil a forma di elettrodomestici schiacciati da una mano di donna. E’ nato tutto semplicemente dal pensare a quanto la vita quotidiana di ogni donna sia scandita dai tempi degli elettrodomestici con i quali viene imprigionata ad un lavoro domestico che nel migliore dei casi può pure pensare di aver scelto ma che nei fatti è una galera. In alcuni casi le donne si oppongono alla logica dei ruoli sociali entrando in conflitto, a volte irreparabile, con tutta quella catena di affetti che ha potere su di lei anche e soprattutto perché la famiglia è quel luogo di affetti che ti viene imposto come irrinunciabile. Nella maggior parte dei casi invece la donna rimane schiava e vittima del patriarcato e in un sistema di relazioni che ti vede come l’anello irrinunciabile ma al tempo stesso ti impone di stare zitta e ubbidire è facile che su di te si riversino frustrazioni, rabbia, violenza. Come quella che uccide ogni giorno le donne.
In questo senso il femminismo è sovversivo perché è capace di cambiarti totalmente il modo di guardare la tua vita. La necessità di creare gruppi femministi sta in ciò. Se la riflessione sulla propria condizione non può non partire da un ragionamento personale è anche vero che il femminismo è una pratica collettiva tutto l’ordine esistente. Su una tavola apparecchiata possiamo decidere di dare uno strappo alla tovaglia o di ribaltare completamente il tavolo.

. Una femminista da sola difficilmente cambierà anche solo la propria vita, le donne tutte invece lottano x la propria vita e la vita di tutto il resto del mondo.


(intervento del collettivo Degeneri all’interno dell’assemblea "libertà di scelta e diritti negati" del collettivo la Mela di Eva e Suigeneris – La Sapienza- Roma)


 

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