Skip to content


ANTIFASCISMO: Napoli, 12 dicembre 2007, 10:00 Piazza del Gesù

meglio froci che fascisti

 roma pride 2007

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE REGIONALE ANTIRAZZISTA, ANTIFASCISTA E CONTRO L’OMOFOBIA
 
Un onda strumentale e inaccettabile di xenofobia politica, razzismo ed aggressioni di stampo fascista sta attraversando il paese.
La proposta da cui nasce questo appello è stata stimolata dal rinato attivismo dei gruppuscoli neofascisti nella città di Napoli, dall’esigenza di porre un freno all’espansione di chi predica razzismo e discriminazione, da chi ripetutamente e in più parti d’Italia ha dimostrato la sua propensione ad aggredire attivisti del movimento, immigrati, associazioni per i diritti degli omosessuali e dei transessuali, spazi sociali e centri autogestiti.
Squadristi che spesso (come a Roma) sono finanziati da segmenti molto più inseriti nell’establishment politico e che ora ritrovao appoggi interessati anche a Napoli in virtù dei rivogimenti e delle trasformazioni nella destra cittadina. Alle prime mobilitazioni antifasciste è evidentemente necessario, perciò, far seguire un livello di coinvolgimento e di sensibilizazzione di massa sul problema.
Ma proprio per questo la riflessione si è naturalmente allargata alle condizioni politiche in cui questi gruppuscoli proliferano. Parliamo delle filosofie securitarie, del tentativo di rivolgere lo scontro sociale verso il basso, verso i più deboli, della volontà di trasformare l’insicurezza sociale che deriva dal crescente impoverimento e dall’aumento della precarietà in rabbia repressiva contro gli ultimi e/o contro le diversità. Un partito trasversale che esalta le culture di destra ma attecchisce ampiamente anche nel centrosinistra (basta pensare alle vicende di Firenze e Bologna).
Proprio nelle ore in cui scriviamo questo appello si sta consumando una pericolosissima deriva xenofoba e autoritaria: il decreto “antirom e antirumeni” del governo italiano strumentalizza una grave vicenda, come lo stupro e l’omicidio di Giovanna Reggiani, per cavalcare e alimentare l’onda razzista, criminalizzando un’intera popolazione.  Poteri straordinari e assolutamente discrezionali ai prefetti, introduzione della fattispecie di “persona sospetta”, espulsione prevista anche per i familiari… Mentre intanto le squadracce fasciste si sentono legittimate a rilanciare i raid notturni in stile Ku-Klux-Klan. C’è una sola parola per tutto questo: “Pogrom”.
 Poco importa se le statistiche spiegano come la grandissima parte delle violenze contro le donne si consumino in famiglia, italiana o immigrata che sia, o che i romeni costituiscano oltre il 5% della classe lavoratrice più sfruttata in Italia, dagli edili ai raccoglitori di pomodoro, o che l’Italia stessa abbia pesanti interessi economici in Romania, cui spesso non è estranea la “nostra” criminalità organizzata. C’è un evidente e irresponsabile interesse a fare di questo caso l’occasione per sperimentare una ulteriore svolta securitaria nel linguaggio e nella pratica politica italiana, dopo l’overdose di “pacchetti sicurezza”, i sindaci-sceriffo, la repressione a piene mani sui movimenti sociali (dalle vicenda chiave del contro-G8 alle iniziative di autoriduzione, alle condanne per gli antirazzisti e gli antifascisti) .
La propaganda securitaria offre dividendi politici a bassissimo costo e così questo modello viene sperimentato anche a Napoli, metropoli nella quale la coesione sociale dei ceti subalterni è messa a dura prova dall’assenza di una qualsiasi politica istituzionale sui redditi e sulla vivibilità, dall’accettazione quasi rassegnata di una città cristallizzata nelle sue profonde differenze sociali, con gran parte del sottoproletariato urbano assediato dai meccanismi criminogeni e dalla relativa carcerizzazione.
Episodi come quello di Alleanza nazionale a Pianura, che prima affigge manifesti contro gli immigrati e poi guida con i propri consiglieri addirittura drappelli di carabinieri nella "caccia al clandestino" , rappresentano solo l’ultimo clamoroso esempio di queste pratiche para-leghiste. Si punta sull’imbarbarimento del clima sociale per trarne profitto politico e occultare le vere ragioni di crisi. I segnali inquietanti per questo tipo di speculazioni non mancano: dal ripetersi di aggressioni contro i campi rom, dettate da interessi economici spesso palesi ma consumate nell’indifferenza dei media, al riprodursi di comportamenti omofobi pur in una città che ha nella sua cultura sociale gli anticorpi giusti contro questo tipo di avvelenamento culturale.
Su questi anticorpi bisogna puntare, nella consapevolezza che lo scatenamento della “guerra tra poveri” e le speculazioni opportuniste sulla paura sociale sono dei pericoli letali per la crescita dei movimenti e di lotte sociali consapevoli. Sono un ostacolo concreto a quel processo di cambiamento radicale che parta finalmente dai bisogni negati (reddito-lavoro, casa, vivibilità, salute, uso sociale dello spazio pubblico, sostenibilità ambientale, diritti di cittadinanza) e di cui la città e l’intera regione hanno ormai un assoluto bisogno.
Perciò facciamo appello ai movimenti, all’autorganizzazion e sociale, ai sindacati, all’associazionismo antirazzista e solidale, a tutte le forze sinceramente democratiche per rispondere a questa pericolosa deriva. Costruiamo una manifestazione regionale contro il razzismo, il neofascismo, l’autoritarismo e l’omofobia nella settimana del 12 dicembre, anniversario della “Strage di Stato” in Piazza Fontana.  Una data significante, perchè il sabotaggio degli ingranaggi della memoria, la rimozione delle stragi realizzate da squadristi e servizi segreti cotro i movimenti, è un tassello importante nello sdoganamento delle nuove pratiche razziste e fasciste.
Una giornata di mobilitazione comune che vuole anche essere il momento di approdo per un percorso che offra l’occasione a tutti e tutte di riprendere la parola e l’iniziativa nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, per ridare voce e forza alle lotte sociali e alle istanze di emancipazione.
Contro i venti reazionari: riprendiamoci le strade, riprendiamoci il futuro!
 
Prime adesioni:
Laboratorio Insurgencia, Laboratorio Ska, Centro sociale Officina 99, Orientale Agitata, Uniriot, Collettivi autonomi studenteschi, CANNA, Collettivo NoBorder_Napoli, Carc, Comitato Immigrati di Napoli, Fed. Regionale Rdb/Cub, Giovani Comunisti, Area antagonista napoletana, Radioazioni, Red Link, Gay-Up, Movimento precari “Banchi Nuovi”
 
Per adesioni:
noborder@migrazioni .com

Posted in Movimento.