Oggi finisce a Napoli la fiera di Tutto Sposi che nelle sue campagne pubblicitarie inneggia alla famiglia “costituzionale”.
E quale luogo migliore per fare l’apologia consumista dell’ideologia familista se non Napoli.
Dove da anni anneghiamo nei rifiuti del sistema capitalista produci-compra-butta-ricompra.
Dove verrà trasferito il processo “Mastella” che alza il velo sui reali interessi che si nascondono dietro l’ideologia cristiano-conservatrice della famiglia patriarcale ed eteronormativa.
Guardando il caso Mastella da una prospettiva femminista infatti, anche al di là degli aspetti penali, non si può non denunciare questo stretto legame che c’è, specie in Campania, tra politica clientelare amorale ma moralista e retorica familista e oppressiva.
Un legame che ha avuto la sua rappresentazione teatrale nelle dimissioni del ministro della Giustizia che fa sfoggio del suo preferire la famiglia al potere, senza trovarlo quantomeno ironico nel momento in cui la magistratura rivela che è proprio la "famiglia", la base del suo potere.
Una famiglia in cui la donna è “la moglie di..” ed è questo che le dà un posto nel mondo nonchè nella politica regionale e che ovviamente si affretta a rassicurare nelle interviste che “rinuncerebbe al suo ruolo istituzionale per il marito e la sua carriera”.
Una donna angelo di un focolare allargato a paese-regione-stato tenuto insieme da sacri valori cattolici, voto di scambio e lottizzazioni. Una grande famiglia capeggiata dal suo degno buon padre che elargisce e crea clientele come nella migliore delle tradizioni democristiane.
Non c’è quindi da stupirsi che Mastella riceva una cieca solidarietà bipartisan.
La stessa solidarietà che tutto l’arco costituzionale, quello stesso giorno, rivolge ad un Papa oscurantista.
Nulla di nuovo, si tratta, del resto, di quella politica che permette quotidianamente al Vaticano di fare politica (scusate la cacofonia) facendo passare leggi che sottraggono alla donna il dominio del proprio corpo (vedi legge 40), insabbiando le legislazioni delle unioni civili, e mettendo in discussione l’aborto. Salvo poi far passare da vittima il Papa quando opportunamente risposto e contestato politicamente.
Così il cerchio si chiude oggi, con l’esaltazione presuntuosa di quella stessa famiglia che è la base della violenza fisica ed economica delle donne.
Nel rito pagano-consumista e nella sua legittimazione politico-culturale del rito cattolico il cui ultimo atto ha avuto luogo oggi, in vaticano, alla presenza asservita di tanti politici dall’alta moralità come Mastella.
Il cerchio che si chiude oggi ci dà quindi un raffigurazione concreta del legame tra capitalismo, patriarcato e omofobia che da sempre combattiamo e che combatteremo ancora, scendendo in piazza il 9 febbraio alla NO-Vat.
(vi consigliamo questo ironico ma puntuale reportage delle iene sul famiglia Mastella, clientelismo e family day…
http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=iene&data=2007/04/10&id=2810&categoria=&from=iene )